Give Peace a Chance

Quando molti dei vostri docenti e genitori erano piccoli, o addirittura ancora da nascere, John Lennon cantava Give Peace a Chance. Si parlava allora di Guerra in Vietnam e la canzone, nella sua semplice e dirompente forza, diventò un inno universale per la pace. Molti conflitti sono scoppiati da allora, in Europa, Medio Oriente, Africa, Asia. Nessun continente è stato risparmiato. La sensazione è che la guerra, che sia causata da ideologie, religioni o risorse energetiche, sia una sinistra e costante compagna della nostra civiltà.

Questa guerra contro l’Ucraina ci colpisce particolarmente perché porta con sè la novità di essere la prima in Europa al tempo dei social network, quindi molto vicina per distanza fisica, ma vicina anche “virtualmente”. Come tutte le guerre, questo conflitto reca con sé la stupidità e la banalità del male, per parafrasare Hannah Arendt. L’aggressione ad uno Stato sovrano e libero come l’Ucraina, non potrà mai essere giustificato. Le ragioni per giustificare l’avvio di una guerra e sacrificare vite umane erano, sono e sempre saranno
semplicemente un’assurdità.

Ma noi, cosa possiamo fare in concreto? Io credo che due siano le strade. La prima è continuare a studiare e impegnarsi, per avere tutti gli strumenti per analizzare ciò che accade attorno a noi. La storia, la geografia, le scienze, le lingue, sono una “cassetta degli attrezzi”
per non dipendere più, acriticamente, dal dittatore di turno. Non è un caso che i tiranni vedano con sospetto la scuola. Lo studio produce libertà!

La seconda strada è reagire con la solidarietà che distingue noi esseri umani. La guerra in Ucraina avrà come conseguenza diretta un esodo di proporzioni enormi. Un flusso di esseri umani che si dirigerà verso un mondo più sicuro e libero. Faremo la nostra parte, aiutando e
accogliendo. La comunità del Bagatta ci sarà per dare una mano.

Voi ragazze e ragazzi vi siete dimostrati resilienti con la pandemia. Ci avete stupito. Nonostante tutti i problemi, le sofferenze personali e i sacrifici, avete sempre risposto “presente!”. Siamo orgogliosi di voi e siete voi a darci una speranza per il futuro. Siete curiosi, intelligenti, avete voglia di viaggiare. Anche se non lo sapete, avete grandi talenti, nessuno escluso.

Le notizie di questi giorni sui media sono francamente deprimenti. Ma poi, guardandovi, nutriamo grandi speranze per il futuro. Sono convinto che sarete migliori delle generazioni precedenti.

Il futuro sarà migliore ed è vostro!

Il Dirigente Scolastico